L’intervento del presidente Vigorito ad OttoGol: - Questa forma di incentivazione a venire domenica allo stadio l’ho fatta perché sono rimasto colpito dall’affetto, dalla vicinanza dei tifosi tutti e mi farebbe piacere che in quest’ultima partita interna tutti possano dire "ci siamo stati anche noi”. Un modo per offrire loro un ringraziamento e dimostrare che quando c’è feeling, partecipazione e, soprattutto, voglia di stare vicino, noi cerchiamo di fare il nostro sempre. A volte facciamo poco, a volte sbagliamo, però il nostro obiettivo è sempre quello di lasciare la squadra ai tifosi e i tifosi vicino la squadra. Mi auguro che sabato sia così e che ci si possa salutare con un sorriso, un po' spento perché chiudiamo i riflettori su una cosa tanto bella, ma resterà pur sempre un sorriso e ci varrà come insegnamento per il futuro.
Noi non diciamo arrivederci o addio alla Serie A, noi prendiamo atto di essere stati sconfitti sul campo, che il risultato sportivo ci ha dato torto, ma come quando partimmo dalla C2 e davanti a noi avevamo un’autostrada senza fine, anche oggi siamo consapevoli che abbiamo un percorso da fare. Noi iniziamo ogni viaggio sapendo che abbiamo una meta e tutti sanno che partecipiamo per competere con tutti. Non abbiamo mai lesinato l’impegno, gli investimenti, il sacrificio personale e non partecipiamo ai campionati per non andare da qualche parte. Ci iscriviamo sempre per andare da qualche parte e faremo sempre il massimo che siamo in grado di fare così come abbiamo fatto fino ad oggi. La promessa è sull’impegno non sul risultato.
Nella vita, come nel calcio, il primo posto è occupato sempre e solo da una sola società, la dignità e la forza con la quale noi faremo di tutto per occupare le posizioni più in alto, quelle fanno parte del nostro dna. L’esperienza che abbiamo maturato tutti quest’anno, io per primo, dobbiamo metterla al servizio della nostra ambizione, perché siamo ambiziosi, e non diventare presuntuosi. Seguire le ambizioni vorrà dire, probabilmente, essere più felici di quanto pensiamo di poterlo essere alla fine del prossimo anno.
Quello che desidero che si realizzi l’anno prossimo, è quell’unione che è avvenuta, quest’anno, tra tifoseria, squadra e società. Se noi riusciremo a continuare a fecondare questa unione, nulla ci sarà precluso. La crescita esponenziale della stima e della conoscenza per la città di Benevento, per la stima verso il popolo sannita e della società Benevento Calcio, ha fatto sì che la nostra retrocessione ha coinvolto un po' tutti. Oggi, è un tesoro da mettere nella valigia e deve essere una moneta da spendere al momento opportuno. Verrà un momento in cui questa moneta, che non avevamo qualche mese fa, noi potremo spenderla con maggior valore. Questo è il risultato del Benevento Calcio, della tifoseria tutta, della Città e di tutta la provincia. Dimostrando che noi siamo piccoli, ma come diceva sempre mio fratello Ciro, cresceremo.
Quello che io porto a casa da questa esperienza, è una riconquista dei valori dello sport all’interno di una tifoseria che, probabilmente, aveva perso l’entusiasmo e il piacere per i lunghi anni trascorsi in categorie che non le appartenevano. Quando scendo in campo per salutarli, e non lo faccio mai per esibizionismo, è la cosa più bella che ci possa essere. Percepisco l’affetto per me e per la squadra e questa è la cosa più bella che abbiamo conquistato quest’anno. Abbiamo perso la Serie A, ma forse, abbiamo riconquistato l’amore per la squadra, il calcio, la società e la voglia di stare insieme. E’ il più grande valore che ci potessimo dare. E dirò di più, preferisco essere tornato in B con un pubblico così, che restare in A con un pubblico che contesta.
Vogliamo che la gente riempia lo stadio, perché vogliamo avere la gente intorno. Se il calcio non è stare insieme, discutere insieme, se il calcio non ci aiuta più a dimenticare qualche amarezza della nostra vita quotidiana, possiamo anche farne a meno. Gli stadi vuoti sono come i teatri spenti. Lo stadio deve essere animato dal colore, dal sorriso dei bambini e quest’anno ne abbiamo conquistati tanti. Io, i piccoli tifosi, li voglio sempre intorno a noi. Tutte le domeniche. Perché sono coloro che hanno il futuro davanti e noi abbiamo il dovere di accompagnarli fino a quando avremo la capacità di farlo.